Il Recovery plan per l'informatica

Lettera aperta al Governo

Continuity s.r.l., Baiamonte Sonia

Cari amici, 

segnalo che abbiamo recentemente sottoscritto una lettera sostenuta da associazioni e privati cittadini, nata su iniziativa  del Professor Angelo Raffaele Meo del Politecnico di Torino, indirizzata al Governo italiano, con il fine di promuovere un uso più trasparente e democratico dell’informatica e dare finalmente all’Italia l’opportunità di competere sul mercato sostenendo il software libero e sfruttando a pieno la sua fioritura degli ultimi anni.


Ricorderete che già qualche mese fa il Professor Meo scrisse una lettera alla Ministra Azzolina  per promuovere il Software libero, lettera pubblicata sul nostro sito,  citata da diversi giornali e promossa anche da noi di Continuity che, dall'inizio della pandemia abbiamo fortemente creduto ed investito in questa iniziativa.


Nella recente lettera, datata 1 gennaio ( che sia un buon auspicio per il nuovo anno) si enucleano tre punti fondamentali.

Il primo sostiene come prioritaria la realizzazione di una rete nazionale per la trasmissione dei dati, nella quale l’identità e i dati di tutti i cittadini siano protetti by design e nella quale siano disponibili servizi distribuiti e federati.

Anche nell'ambito scolastico ci si augura, finalmente, la creazione di una rete nazionale della scuola che abbia questi fondamentali requisiti, utili per la Didattica a Distanza.


Al secondo punto si cita la necessità  di sostenere, nell'ambito delle attività finanziate con il fondo per la ripresa “Next Generation EU” solo servizi relativi al software libero e di non riconoscere i costi relativi a software proprietari.

Il terzo punto è molto caro a noi di Continuity, (con ComeInClasse abbiamo investito molto tempo e passione a sostegno del rispetto delle normative vigenti e dei dati degli utenti), e richiede che vengano rispettate tutte le leggi in vigore riguardo l'utilizzo dell'open source nelle pubbliche amministrazioni.

Cito testualmente dalla lettera : "Attualmente, la maggioranza delle pubbliche amministrazioni del nostro Paese adotta software proprietario, in violazione dell’art. 68 del decreto legislativo 82/05 (il noto “Codice dell’Amministrazione Digitale” ) che consente l’acquisizione di software proprietario (anche quando utilizzato come servizio) soltanto quando si sia dimostrata, con un'adeguata relazione comparativa, la convenienza di quella scelta dal punto di vista tecnico-economico, tenendo anche conto del livello di utilizzo di formati di dati e interfacce di tipo aperto".

Al momento, purtroppo, quasi tutte le scuole italiane adottano piattaforme statunitensi per la Didattica Digitale Integrata, in chiara violazione delle norme nazionali e comunitarie per la sicurezza e la privacy (si veda il GDPR e la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea relativa al noto caso Schrems II e le posizioni espresse dal Comitato europeo per la protezione dei dati).

Anche qualora non ci fossero (ma ci sono) le leggi a protezione della Privacy la domanda rimane la stessa:

E' corretto regalare i dati degli utenti , dei minori in particolar modo, in cambio di un servizio che potrebbe essere offerto rispettando le leggi e senza sacrificare la protezione dei dati?
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Le opposizioni principali che vengono espresse dai più, per giustificare questa condotta, riguardano la non esistenza, in Italia, di aziende che sostituiscano i competitors americani ( il cui core business è basato sulla profilazione e sfruttamento dei dato personali) a parità di servizio.

Se questo era forse possibile a inizio pandemia, adesso le cose sono cambiate perché aziende italiane si sono mosse su questo piano e hanno offerto una alternativa, valida e a norma, al monopolio americano sul mercato.

Noi di Continuity, per esempio, abbiamo investito tempo, passione e denaro e adesso possiamo orgogliosamente dire di essere stati annoverati tra i fornitori qualificati Agid e presenti nel Marketplace per la distribuzione di ComeInClasse, piattaforma per la didattica digitale integrata basata su software Open Source, come BigBlueButton, che ha la privacy nel DNA. 

 

E’ stato un percorso lungo e laborioso ma adesso esiste una soluzione che rispetta la legge.
Come noi altre aziende hanno investito in questo sogno e lo hanno realizzato.
 
Anche per questo motivo insieme agli altri sottoscrittori della lettera chiediamo a gran voce che "il Governo si adoperi per il rispetto delle norme di legge , attuando regole operative per le singole pubbliche amministrazioni anche al fine di ridurre il rischio che scelte illegittime possano concretizzare un danno erariale digitale, con rischio di pesanti sanzioni a carico dei funzionari pubblici responsabili". 

Si riconosce l’importanza della decisione del Governo di destinare all'istruzione dieci miliardi nel quadro del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. A questo proposito, si suggerisce che i programmi di rafforzamento delle competenze digitali riguardino soprattutto i fondamenti scientifico-tecnologici e di impatto sociale dell'informatica,  che siano impartiti a partire dalla scuola primaria e  vedano un adeguato investimento nella formazione dei docenti; interventi che consentirebbero di colmare quel gap culturale, dal punto di vista tecnologico, che non ha ancora consentito all'Italia di avanzare nel campo dell'innovazione tecnologica. 
Inoltre, in linea con le raccomandazioni dell’Unione Europea, si ritiene che debbano essere promosse la produzione e la diffusione di materiali didattici rilasciati con licenza aperta (Open Educational Resources).

Continuiamo a lavorare per il rispetto della legge e i diritti dei cittadini, a sostegno della legalità e del mercato italiano.

Nella sezione Documenti del nostro sito potrete trovare la versione integrale della lettera 
link alla pagina di educazioneaperta.eu dove la lettera è stata pubblicata.